Premessa di Massimo Raffaeli

"Considero esercizio tutto cio' che ho scritto in lingua prima di accettare il dialetto nei termini di un destino. La quasi totalità di quel lavoro l'ho distrutta senza patemi e senza rimpianti. Si sono salvate alcune poche cose che si riveleranno apparentate ai luoghi successivi della scrittura." ("Hortus", n. 16, 1994, p. 28) Da quella fisica distruzione non sembrava essere scampata nemmeno una copia di Echi, la leggendaria plaquette edita nel `50 da un Franco Scataglini appena ventenne grazie ai dollari d'un munifico ma lungimirante zio d'America. Nessuno l'aveva mai veduta e non ne rimaneva traccia nemmeno nelle biblioteche pubbliche: l'autore stesso, che pure era in grado di ricostruirne un paio di componimenti a memoria, di solito ne parlava alludendo a qualcosa di remoto, anzi di estinto, arrivando ad alterarne inconsciamente e sistematicamente la sigla tipografica nella bibliografia delle raccolte autorizzate.

Nel gennaio del 1995, ad appena quattro mesi dalla scomparsa del poeta, un fascicolo di Echi e' riemerso con la struggente gratuita' del miracolo. Quanto alla preistoria di Scataglini, si tratta di un documento decisivo, quasi un di un libro mastro del suo apprendistato poetico. Vi si condensano infatti i segni delle prime travolgenti letture di Montale e dei francesi moderni (Eluard, su tutti) ma anche la precoce insofferenza per una lingua non ancora sua, una specie di "sanscrito" (amava ripetere) lontano dalla viva esperienza, cioe' una metafisica che troppo volentieri si cifrava in gergo. Per riconoscersi immune da esso, gli occorreranno almeno due decenni di lavoro clandestino e prove rifiutate, come testimoniano i rari reperti ancora consultabili: sette liriche del `53-'54 in una antologia anconetana (Dieci condizioni poetiche, a cura di Plinio Acquabona, Ancona, Bucciarelli, 1957) e i versi, databili fra il `66 e il `77, usciti postumi nel citato numero di "Hortus" con un eloquente, persino implacabile, titolo d'autore: L'Album degli esercizi.

La grande poesia di Scataglini nasce anche dalla consapevole spietatezza esercitata sui propri testi giovanili, e per questo e' sembrato opportuno introdurli con la voce dell'autore medesimo, registrata di recente da Stefano Meldolesi che qui volentieri si ringrazia, insieme con Rosellina Massi Scataglini e Claudio Bizzarri, per averne consentita la pubblicazione.