a Franco Scataglini

di Gianni D'Elia in "Congedo della vecchia Olivetti" - Einaudi, Torino, 1996

28 Agosto 1994

 

Forse per questo tutto quel vento
da Ancona, un ostro secco e teso
che sventava la bandiera del moletto,
o meglio la stirava, mentre gia' svelato

aveva lo scaleno bruno del Conero, piu' nitido
soltanto nei giorni di bora, verso marzo;
veniva un vento dal tuo grande passo
e dalla tua citta', in cui vivo eri morto

da poche ore, passando da uno stato all'altro
e da una stanza a chissa' quale antro
o averno ctonio d'ospedale, magari scalzo
sotto una luce verde al neon micidiale;

Franco, Franco, poco fa tre aquiloni sul mare
disegnavano in volute aeree rime, mute
sotto la coda frusciante di quello che piu' sale
e insegue un vuoto d'aria che lo tira,

assecondando il ritornare del cerchio di prima:
io vi vedevo la tua anima certosina...